Il Decreto Sicurezza 2025, approvato e convertito in legge nel giugno di quest’anno, ha introdotto una serie di misure che stanno facendo molto discutere, non solo tra giuristi e operatori del diritto, ma anche tra cittadini comuni, imprenditori, commercianti ed enti locali. Con l’obiettivo dichiarato di rafforzare l’ordine pubblico e prevenire fenomeni come terrorismo, occupazioni abusive e violenza urbana, la nuova normativa ha però sollevato anche dubbi di legittimità costituzionale e preoccupazioni pratiche.
In questo articolo, ti spiegherò in modo semplice e chiaro cosa prevede il Decreto Sicurezza 2025, quali sono le sue conseguenze concrete, e soprattutto cosa è importante sapere per tutelarsi da errori, sanzioni o responsabilità.
Il Decreto Sicurezza 2025, in vigore dal 4 giugno, ha introdotto importanti novità.
Nel precedente articolo abbiamo analizzato il testo in modo tecnico e dettagliato.
In questo nuovo approfondimento, invece, vediamo cosa cambia nella vita reale, quali sono le sanzioni previste, come funziona la procedura di sgombero immediato e perché è fondamentale rivolgersi a un avvocato.
Nuove regole per l’ordine pubblico: cosa prevede il decreto
Il cuore del Decreto Sicurezza 2025 è il rafforzamento degli strumenti giuridici per contrastare disordini pubblici e manifestazioni violente. Viene introdotta, ad esempio, una nuova fattispecie di reato per l’occupazione arbitraria di edifici o spazi pubblici: un comportamento spesso legato a proteste o rivendicazioni sociali che ora diventa penalmente rilevante anche senza danni materiali.
Il provvedimento prevede anche pene più severe per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, specialmente se causano disagi, blocchi stradali o danneggiamenti. In questo senso, anche semplici atti di protesta rischiano di essere interpretati in modo più rigido rispetto al passato.
Cannabis light: dal mercato grigio al divieto netto
Una delle novità più discusse riguarda il divieto della cannabis cosiddetta “light”. Il decreto vieta espressamente la coltivazione e la vendita di prodotti a base di cannabis con basso contenuto di THC, chiudendo così il mercato che negli ultimi anni era cresciuto tra erboristerie, negozi specializzati e vendite online.
Ora anche chi vende o coltiva varietà certificate — finora considerate lecite — potrebbe essere perseguito penalmente. Un cambiamento che mette a rischio imprenditori, agricoltori e commercianti che operano in questo settore, spesso senza aver violato la legge.
Terrorismo e infrastrutture critiche: nuovi reati per chi le danneggia o le blocca
Il decreto introduce inoltre norme molto rigide per chi compie azioni considerate potenzialmente dannose nei confronti delle infrastrutture strategiche, come ferrovie, aeroporti, dighe, centrali elettriche.
Sono previste pene specifiche per chi interrompe servizi essenziali, anche temporaneamente, o tenta di impedire l’accesso a luoghi sensibili. Questo colpisce in particolare alcuni movimenti di protesta che utilizzano il blocco simbolico delle vie di comunicazione come forma di pressione politica.
Più poteri ai sindaci e ai prefetti: DASPO urbani e divieti di accesso estesi
Un’altra area di intervento riguarda l’estensione dei cosiddetti DASPO urbani, ovvero divieti di accesso a determinate zone della città per persone ritenute socialmente pericolose. Con il nuovo decreto, questi strumenti possono essere disposti in più situazioni e con criteri più ampi, anche preventivamente.
I prefetti e i sindaci ottengono inoltre poteri maggiori in materia di sicurezza urbana, ordine pubblico e controllo del territorio. Questo rende ancora più importante, per chi organizza eventi o attività in spazi pubblici, verificare con attenzione tutte le autorizzazioni e rispettare ogni prescrizione.
Cosa cambia per le imprese e i liberi professionisti
Le modifiche introdotte dal Decreto Sicurezza non riguardano solo i cittadini, ma hanno conseguenze dirette anche per il mondo produttivo. Aziende, enti, associazioni e professionisti che organizzano eventi, svolgono attività in luoghi pubblici o operano in settori a rischio devono oggi adottare un approccio molto più prudente.
Eventuali inosservanze formali o interpretazioni errate della legge potrebbero condurre a sanzioni penali o amministrative. Anche in buona fede, si può essere coinvolti in procedimenti se non si rispettano i nuovi requisiti legati alla sicurezza, ai permessi, alla gestione del personale e al controllo dei partecipanti.
Critiche e dubbi di legittimità: un decreto destinato a far discutere
Molte delle norme contenute nel Dl Sicurezza 2025 sono già oggetto di critiche da parte di costituzionalisti, avvocati penalisti e organizzazioni per i diritti civili. In particolare, si teme che alcune misure possano comprimere libertà fondamentali garantite dalla Costituzione, come:
- la libertà di manifestazione del pensiero;
- il diritto di assemblea pacifica;
- la proporzionalità delle pene rispetto alla gravità dei fatti.
In alcuni casi, si profila anche un possibile abuso del potere discrezionale da parte delle autorità locali o delle forze dell’ordine.
Come tutelarsi: l’importanza della prevenzione legale
Di fronte a queste novità, è essenziale adottare un approccio proattivo. Cosa significa, in concreto?
- Per i cittadini: essere informati, evitare comportamenti a rischio, non sottovalutare l’importanza di un comportamento conforme alla legge, anche in situazioni “di confine”.
- Per le imprese e gli organizzatori: aggiornare la propria documentazione, richiedere consulenze legali specifiche, formare il personale e prevedere procedure interne per la gestione di eventi e attività pubbliche.
In ogni caso, il supporto di un avvocato può fare la differenza tra un’attività serena e il rischio di sanzioni impreviste.
Il Decreto Sicurezza è già in vigore?
Sì, è stato convertito in legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le norme sono pienamente operative dal 10 giugno 2025.
Posso ancora vendere cannabis light?
No. Il decreto ha vietato in modo esplicito la vendita e la coltivazione anche di prodotti a basso contenuto di THC.
È reato partecipare a una protesta?
Non sempre, ma se la manifestazione è non autorizzata, o se comporta blocchi, danni o resistenza a pubblico ufficiale, si può incorrere in sanzioni penali.
Chi rischia i DASPO urbani?
Chi è considerato pericoloso per l’ordine pubblico, anche in assenza di una condanna, può essere destinatario di un divieto di accesso a determinate aree urbane.
Cosa possono fare le aziende per proteggersi?
Verificare autorizzazioni, aggiornare i regolamenti interni, controllare i contratti con fornitori e collaboratori, e rivolgersi a un legale per una consulenza preventiva.
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